Le caridine davidii e cantonensis Parte 2

Tutto quello che dovreste sapere per un allevamento consapevole

Dopo aver analizzato nella Parte 1 gli aspetti generali dell’allevamento delle Caridine davidii e cantonensis , affrontiamo in questo capitolo la tecnica ovvero la scelta del fondo, come preparare l’ acqua, il filtraggio e tutto ciò che serve per avviare una vasca dedicata a loro.
La scelta del fondo.
Abbiamo visto che le due specie richiedono fondi differenti ed allora vediamo quali sono i più indicati.
1. C. davidii: consigliato un fondo inerte come un gravel quarzifero di piccola granulometria. Una misura variabile tra 1mm e 3mm max è l’ ideale. Il colore deve essere scuro, mai utilizzare fondi molto chiari che riflettendo la luce possono diventare fonte di stress. Lo spessore raccomandato è di 2/3 cm fatto salva la necessità di fondi più spessi se si vuole piantare ma questa necessità viene meno se allestiamo la vasca con piante epifite (anubias, microsorum, bucephalandra, tutte le varietà di muschi che sono particolarmente indicati, anzi obbligatori da tenere in vasche, e le macroalghe come la pellia e la cladophora). Il tempo di maturazione suggerito prima dell’ inserimento dei gamberetti oscilla tra i 30 ed i 60 giorni.
2. C. cantonensis: il fondo migliore tenuto conto dei valori chimici dell ‘ acqua in cui esse vivono è il fondo allofano. Questo ci consentirà di mantenere un KH prossimo allo zero ed un ph intorno a 6,5. Tra i fondi migliori abbiamo il Benibachi black soil fulvic caratterizzato da una potenza di scambio ionico tale da ottenere velocemente i parametri stabili, ricco di nutrienti e minerali da favorire rapidamente la microfauna. La presenza di preziosi acidi fulvici benefici rendono questo suolo particolarmente indicato nell’ allevamento delle varietà più difficili.
Fondi allofani
Altro fondo molto indicato è il Shirakura red bee sand. Entrambi questi suoli sono caratterizzati dal fatto che pur essendo allofani rientrano tra i suoli non fertili rilasciando solo piccole quantità di composti organici azotati. Inoltre rendono l’ acqua rapidamente cristallina con un tempo di maturazione sovrapponibile a quella dei fondi non fertili quindi i soliti 30/60 giorni.
Un discorso a parte meritano i fondi allofani fertili come ADA Amazonia e similari caratterizzati da un grosso rilascio di sostanze azotate (ammonio, nitriti e nitrati), in particolare l’ ammonio, da richiedere frequenti cambi parziali settimanali durante la maturazione che deve essere prolungata ad almeno 60 giorni, pena la morte dei gamberetti. Altro fondo allofano molto noto è l’ Akadama, di cui ne sconsiglio l’ uso in quanto troppo friabile e caratterizzato da un’ azione di stabilizzazione dei parametri chimici di durata inferiore ai precedenti.
Questi fondi con il tempo tendono a saturarsi per cui perdono il potere acidificante e di controllo del KH, mediamente questo avviene nell’ arco dei 2 anni. Quello che noterete è un aumento costante nel tempo del KH e di conseguenza del pH. In tal caso non vi resta che sostituire il fondo. Il fondo allofano esaurito diventa un ottimo fondo per le davidii.
Abbiamo infine sempre della famiglia degli allofani i fondi a piccola granulometria da utilizzare solo per spessori non superiori ai 3 cm onde evitare il rischio di formazione di eventuali zone anossiche dovute a scarsa circolazione dell’ acqua e quindi a scarsa ossigenazione del fondo.
Considerata la reattività dei fondi allofani è assolutamente sconsigliato inserire in acquario qualsiasi cosa che possa rilasciare carbonati come le rocce Seryou od altri arredi.
Prepariamo l’acqua.
è bene partire sempre da una buona acqua osmotica (RO) soprattutto per le caridine cantonensis. L’ utilizzo di un conduttivimetro è d’ obbligo per chi vuole tenere le caridine per una facile gestione di controllo della RO sia prodotta autonomamente che acquistata (pretendete dal vs. negoziante di poter misurare la EC dell’ acqua che vi vende perchè spesso si trovano amare sorprese). Personalmente suggerisco l’ acquisto di un piccolo impianto (GPD 50) per la produzione casalinga dell’ acqua osmotica fornito di un quarto stadio a base di resine addolcenti ed antisilicati qualora la condicibilità dell’ acqua di rete sia superiore ai 500 µS. L’ acqua prodotta deve avere una EC pari a 0 µS! Altro vantaggio del conduttivimetro è quello di permettere una rapida preparazione dell’ acqua sia di riempimento che per i cambi parziali liberandovi dai test KH e GH.
1. C. Davidii: partendo da una buona RO questa va rimineralizzata portandola ai valori di KH e GH necessari. Per questo potete ricorrere ai sali che aumentano entrambi i valori nel rapporto 1:2 ovvero per ogni aumento del KH di 1 grado si dovrà avere l’aumento del GH di circa 2 gradi.
2. C. cantonensis: discorso analogo alle davidii con la differenza che dobbiamo solo correggere il GH in quanto questi gamberetti vivono bene in acque con pH acido e quindi non dobbiamo avere attività tampone esercitata dai bicarbonati. Tutto così semplice ? In realtà una piccola complicazione è data proprio dalle caratteristiche del fondo allofano. Questo per acidificare l’ acqua e tenerla ad un valore pressochè costante deve avere un minimo di presenza di bicarbonati per consentire all’ allofano di fare il suo lavoro evitando una saturazione precoce. In commercio trovate prodotti specifici dedicati alle c. cantonensis per rimineralizzare l’ acqua agendo “quasi esclusivamente” sul GH ed incidendo quel minimo necessario sul KH (< 1 dKH).
Come usare il conduttivimetro per preparare l’acqua
dopo aver inserito la RO nella quantità voluta in un contenitore immergete il conduttivimetro per leggere le variazioni della EC mano mano che inserite il prodotto per remineralizzare. Se avete una piccola pompa che mantiene l’ acqua continuamente in movimento usatela per semplificarvi la vita. Inserite piccole quantità di sali per volta leggendo sempre la EC. Date la possibilità ai sali di sciogliersi completamente (quando la EC si stabilizza solo allora potete fare la successiva aggiunta di sali). Una volta raggiunta la EC desiderata la vostra acqua sarà pronta per essere inserita in acquario.
Il filtro.
i filtri maggiormente utilizzati sono quelli a spugna ad aria in quanto hanno il vantaggio di non risucchiare le baby e di migliorare l’ossigenazione. Alcuni modelli permettono anche l’inserimento di supporto biologico (mini siporax) per migliorare il filtraggio biologico. Le spugne di questi filtri vanno sciacquate tassativamente con la stessa acqua della vasca che potrete prelevare in occasione del cambio parziale perchè esse fanno anche da supporto biologico per le colonie batteriche nitrificanti. Spesso le caridine sia adulte che baby pascolano sulla superficie della spugna alla ricerca di micro alghe o di micro fauna.


Lo svantaggio di questi filtri è legato al suo funzionamento che comporta la generazione di rumore sia da parte della pompa ad aria che dal gorgogliare delle bolle per sfruttare l’ effetto Venturi. Occupano spazio interno e non sono belli da vedere in acquario ma possiamo sempre “nasconderli” dietro qualche radice o roccia.
Diversamente si possono usare filtri a zainetto o piccoli filtri esterni a condizione che la parte del sifone sia schermata da una spugna o da un cilindro retinato in acciaio per evitare che i piccoli gamberetti possano essere risucchiati.

Alcuni di questi filtri sono dotati anche di spray bar utile per migliorare l’ ossigenazione. Sembra quasi un denominatore comune per tutti i gamberetti quello di tenere l’ acqua molto ossigenata.
Riscaldamento/raffrescamento

Poichè entrambe le caridine prediligono acque fresche la cui temperatura può oscillare tra i 19°C ed i 23 °C un piccolo termoriscaldatore è indicato per la stagione invernale onde evitare che la temperatura possa scendere sotto i 19°C mentre in estate sarà opportuno prevedere un sistema di raffreddamento tramite la ventilazione forzata della superficie dell’ acqua. La ventilazione facilita il processo di evaporazione provocando una riduzione della temperatura. Una temperatura alta comporta un aumento del metabolismo nei gamberetti che si riflette sulla durata della loro vita accorciandola. Una temperatura
troppo alta e protratta potrebbe portarli a morte e questo fenomeno è più significativo tra le cantonensis che tra le davidii notoriamente più resistenti.
Questi sistemi sono dotati di sonda termometrica e quindi offrono la possibilità di regolare la temperatura (la ventolina andrà in funzione solo per valori di temperatura superiori a quella impostata). Alcuni modelli offrono anche la possibilità di regolare la velocità della ventola.
Evaporazione
Se nel periodo di caldo abbiamo la necessità di allontanarci anche oltre i 10 giorni il problema non sarà l’ alimentazione ma l’ evaporazione.
Nel periodo estivo l’ aumento dell’ evaporazione è più marcato soprattutto quando utilizziamo le ventoline per il raffrescamento dell’ acqua quindi armatevi di una buona acqua osmotica per intervenire sul ripristino del volume. Se non interveniamo le concentrazioni dei sali disciolti andranno aumentando parimenti con l’ evaporazione. La durezza carbonatica (KH) e totale (GH) saliranno, il pH anch’ esso tenderà ad aumentare e le caridine inizieranno a mostrare segnali di sofferenza per i mutati valori chimico-fisici dell’ acqua.
I ripristini possono diventare anche giornalieri !

Illuminazione
le caridine non amano ambienti fortemente illuminati e se le piante sono quelle classiche appartenenti al gruppo delle piante sciafile come le epifite ed i muschi una sorgente LED con una temperatura tra i 6000 e 7000 K ed una potenza in lumen sui 30/40 lumen/L soddisfa pienamente i requisiti necessari. Poichè i gamberetti devono sintetizzare il calcio organico per rafforzare il loro carapace è bene tenere un fotoperiodo non inferiore alle 8 ore quindi un range tra le 8 e le 10 ore giornaliere si rivela indispensabile.
Arredo

Radici e rocce possono essere utilizzate a secondo del layout che vorrete creare ma fate attenzione a non usare rocce calcaree per gli impianti che riguardano le caridine cantonensis come già descritto precedentemente nel paragrafo “la scelta del fondo”.
A corredo possiamo utilizzare cilindri e/o piccoli mattoncini di argilla per offrire punti di riparo dove spesso le caridine amano stazionare, in fondo sono sempre dei gamberi, molto piccoli ma sempre gamberi.
Piante
Tutte le piante epifite e soprattutto i muschi che non devono assolutamente mancare vanno bene per le vasche dedicate alle caridine. Queste piante richiedono una illuminazione non troppo forte ed avendo un metabolismo lento non necessitano di fertilizzazioni particolari, vantaggio di non poco conto se consideriamo che sono animali molto sensibili a sostanze “estranee”. Questo non significa che non possiamo piantumare con altre piante ma dovremmo osservare una maggiore attenzione quando andremo ad utilizzare i protocolli di fertilizzazione. Questi saranno oggetto di trattazione nei prossimi capitoli.
Cambi parziali:
I gamberetti hanno uno scarso impatto sul sistema acquario dal punto di vista inquinante per cui un cambio parziale del 10/15% ogni tre settimane sarà più che sufficiente.
Caridine davidii e cantonensis PARTE 1
Le caridine davidii e cantonensis PARTE 3
Le caridine davidii e cantonensis PARTE 4