Riproduzione di Pseudomugil luminatus: Una Guida Passo Passo

Il mio approfondimento sulla riproduzione di Pseudomugil luminatus
Faccio sempre molta fatica a prendermi sul serio quando parlo di pesci ed acquari, e mi meraviglio se mi chiedono di scrivere in merito alle mie esperienze acquariofile: perché sono una neofita (ho acquari da due anni e mezzo e devo ancora imparare tanto), non ho un titolo, ma sono una semplice appassionata che ha studiato tutt’altro nella vita. E che mai avrebbe pensato di vivere un’esperienza del genere, né tanto meno di replicarla. Io che, a parte me stessa, prendo tutto molto sul serio, sono rimasta col naso incollato alla mia vaschetta, incredula ed estasiata. Per molti sono solo pesci. Per me sono esserini magnifici. Ed eccomi, dunque, qui, a scrivere su questa esperienza con la riproduzione di Pseudomugil luminatus.
Come si fa?
Come si passa da questo:

a questo?

Con molta pazienza, dedizione, tempo, e qualche piccolo accorgimento. Vi racconto com’è andata…
LA PRIMA VOLTA
Fu un caso. Avevo da qualche mese in vasca un gruppetto di nove esemplari già adulti, e durante un cambio mi accorsi che c’era un esserino minuscolo sul pelo dell’acqua, tra le piante.
Decisi di isolarlo, ed ebbi l’idea di mettergli un po’ di muschio nella vaschetta, in modo che potesse trovare infusori e microrganismi di cui nutrirsi, nell’attesa che mi organizzassi in tal senso.


Temperatura
Piazzai un riscaldatore e lo impostai sui 24°C (che poi alzai a 26°C): era pieno inverno, l’acqua non era molta ed era facile che si raffreddasse troppo.
Ma c’è un’altra ragione importante: col calore, i pesci accelerano il metabolismo, quindi crescono (ed invecchiano) più velocemente, ed io avevo necessità di farli crescere il più in fretta possibile.
Nell’arco delle ore/giorni successivi, da un avannotto, passai ad averne una decina: era evidente che col muschio mi ero portata dietro le altre uova, che non avevo visto!
Prima lezione: Pseudomugil depone volentieri in mezzo al muschio.
Alimentazione
Ci misi qualche altro giorno a reperire cibo che gli avannotti potessero mangiare: non avevo mai visto dei piccoli, così piccoli! Fino a quel momento, a parte i soliti guppy, avevo riprodotto in vasca di comunità i Mikrogeophagus altispinosus, e, per quanto piccoli, loro riuscivano da subito a nutrirsi di naupli di artemia.
Questi invece erano davvero minuscoli, e con i naupli sarebbero rimasti a bocca asciutta… Tirai fuori il coniglio dal cilindro: non ricordo perché, ma avevo un flacone di un liquido a base di artemia, creato appositamente per avannotti, e decisi di temporeggiare con quello: poche gocce, lo usai nella prima settimana/ dieci giorni, nutrendoli 4 volte al giorno.
Avevo guadagnato un po’ di tempo: i piccoli erano ancora tutti i vivi.



Nel frattempo, mi procurai un inoculo di anguillole dell’aceto, ed iniziai una coltura: in poco tempo mi ritrovai la bottiglia piena e non appena i piccoli furono in grado, iniziai ad alternarlo al liquido a base di artemia, finché non lo sostituii del tutto. Venne poi la volta dei microworms, che nel frattempo ero riuscita a farmi spedire.

In seguito, il cibo per eccellenza furono i naupli di artemia appena schiusi. Un’alimentazione del genere, così proteica, permette loro di crescere velocemente, e di assumere già i primi colori.



Cambi d’acqua.

Un altro aspetto fondamentale nell’accrescimento, è la pulizia dell’acqua: sono esserini davvero piccoli, e non sono in grado di sopportare né nitrati e tantomeno nitriti. Il cambio d’acqua quotidiano, a mo’ di sacro rito, è d’obbligo. I miei metodi con i cambi d’acqua sono sempre piuttosto rudimentali ed arrangiati, non avendo una fishroom attrezzata né una stanza adibita allo scopo. La cosa importante è però fare in modo che la nuova acqua arrivi in vasca goccia a goccia, per evitare sbalzi di pH, a cui generalmente gli avannotti sono molto più sensibili: motivo per cui mi munii di un deflussore per flebo, dal costo di pochi centesimi in farmacia. In foto è ritratto un cambio prima che acquistassi il deflussore: regolavo il flusso stringendo il tubicino con un elastico. Funziona, ma bisogna stare un po’ più attenti nella regolazione.
Questi sono, essenzialmente, i passaggi e gli accorgimenti necessari: alimentazione, cambi sostanziosi (io facevo e faccio tuttora il 50%) e molto lenti, con acqua presa dalla vasca principale (in essa si trovano spesso microrganismi e micro alghe di cui gli avannotti possono nutrirsi) ed alla stessa temperatura.
LA MIA SECONDA VOLTA.
La seconda volta che ho riprodotto Pseudomugil luminatus, sono stata più preparata, e non mi sono fatta prendere dal panico: sapevo già cosa fare e come fare. E soprattutto, mi sono attrezzata in modo da riuscire a trovare il maggior numero di uova possibile, considerando che un certo tasso di mortalità deve essere sempre messo in conto.
Ho posizionato nella vasca degli adulti un paio di mop in lana acrilica, in quanto li usano come substrato per la deposizione.

Estraendo giornalmente il mop, sono riuscita a raccogliere molte più uova.
Le femmine non depongono tante uova contemporaneamente, ma lo fanno in più volte, per cui è altamente probabile trovare uova per diversi giorni consecutivi.
Le uova sono piccole e dorate, appena deposte. A mano a mano che si forma l’embrione al loro interno, inizieranno a scurirsi.

Nel fare questo lavoro di separazione delle uova dal mop, ho potuto assistere in diretta alla schiusa di una di esse!

Nella foto, si vede la testa dell’avannotto ancora con il sacco vitellino. Il resto del procedimento è stato identico alla prima volta, ma affrontato con più tranquillità e consapevolezza.



CONCLUSIONI
Come in tutte le cose, ci sono più approcci e più soluzioni ad una data situazione. L’ideale per me sarebbe stato riuscire ad ottenere non solo la riproduzione in vasca, ma anche l’accrescimento degli avannotti. Con una vasca già matura come la mia probabilmente alcuni sarebbero riusciti a sopravvivere, e la soddisfazione sarebbe stata comunque la stessa.
Nel mio caso ho optato però per l’ottimizzazione: ho cercato di avere più uova, più piccoli, poiché Pseudomugil luminatus è un pesce a rischio estinzione (inserito in lista rossa IUCN), dall’aspettativa di vita piuttosto breve, e non ho voluto correre nessun rischio.
In un caso e nell’altro, sarà comunque una bellissima esperienza per chiunque farà il tentativo.